Il diciassette gennaio, la vostra festa, o sant'Antonio del deserto, il 
freddo non burla. Sant'Antonio, gran freddura… E si dice anche: 
Sant'Antonio dalla barba bianca, se non piove la neve non manca. Vuol 
dire che, appena tornati di chiesa – riportando il fieno, il formentone, 
le biade, benedette, per le nostre bestie, sulla piazzetta di chiesa -, 
si verrà nelle stalle, intorno al vostro ritratto mondato dai ragnateli, 
dalla paglia e dalla polvere, a farvi un po' di festa discorrendo di 
voi, della vostra vita santa, dei vostri miracoli grandi e famosi. Nelle 
stalle, a questi giorni, si sta bene: c'è un odor di fieno umido e un 
calduccino che par d'essere a primavera. Se poi si pensa a chi c'è 
stato! La Madonna, è manco un mese, venne qui, con san Giuseppe, a 
partorire il suo Figliolo, e sono appena dieci giorni che ci capitarono, 
dalle vostre parti, tre re di corona con cammelli carichi di regali.
Testo tratto da: TITO CASINI, Il Pane sotto la neve, Firenze: LEF, 
1935/2, pp. 248-262.
PREGHIERA A SANT'ANTONIO ABATE
O trionfatore glorioso del Demonio, indarno armato in multiformi maniere 
contro di Voi, Sant'Antonio Abate, proseguite la vittoriosa opera vostra 
su l'inferno, congiurato ai nostri danni. Da quei colpi funesti salvate 
le anime nostre, fortificandole nelle spirituali battaglie: ai nostri 
corpi impetrate costante la sanità: dilungate dagli armenti e dai campi 
ogni maligno influsso: e la vita presente, vostra mercè tranquilla per 
noi, ci sia saggio e apparecchio alla pace perfetta della vita eterna.
Con approvazione ecclesiastica.
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